domenica 16 febbraio 2014

LARGHE INTESE SUI ... SOLDI - STOP!

Anche la Valle d'Aosta ha scoperto di avere le sue larghe intese. 
Dai verbali della Procura relativi all'uso dei fondi pubblici dei Gruppi consiliari regionali è emerso uno spaccato impietoso che unisce trasversalmente tutte le forze politiche dal Pd al PdL, passando per le svariate sigle autonomiste. 
Un grande accordo nell'ignorare i principii di buon governo del denaro pubblico e di separazione tra l'interesse privato e quello pubblico.
Il PD spaziava dai contributi previdenziali personali all'acquisto di carne da rivendere nelle sagre. L'UV finanziava il giornale di partito e accantonava somme per lavoratori di terzi. Impressionante la disinvoltura con cui il Gruppo PdL maneggiava i denari regionali al di fuori di ogni utilizzo collegato alla funzione pubblica ricoperta, elargendo somme ad amici, conoscenti e mogli.

Sebbene eclatante l'inchiesta sui soldi pubblici dei Gruppi è solo un mini spaccato del sistema Valle d'Aosta incentrato sul controllo e l'uso spregiudicato delle finanze pubbliche per gestire politicamente le società partecipate, per appaltare grandi opere che sistematicamente moltiplicano i costi iniziali e dilatano i tempi di esecuzione (Teatro Splendor, Are Cogne, Aereoporto, Sito archeologico di Saint Martin, ecc.).

In tutto questo sperpero ed uso distorto del denaro pubblico, l'unica buona notizia è che i soldi sono finiti e con essi forse sparirà un'intera classe politica che per decenni ha depredato risorse e potenzialità alla Valle d'Aosta; una classe politica priva di progetti e valori che non fossero i soldi.

martedì 25 giugno 2013

REGIONE SUB IUDICE?

Il Comitato Esecutivo de LeALI, riunitosi stasera per valutare la situazione politica regionale in vista dell'avvio della XIV legislatura regionale, ha deliberato all'unanimità il seguente

Comunicato Stampa

La Regione Autonoma Valle d'Aosta merita ben più di un Governo sub iudice.

La composizione della nuova Giunta regionale non può prescindere dalle conclusioni dell'inchiesta giudiziaria sui lavori di ampliamento dell'ospedale regionale. La politica non può rimanere indifferente a guardare, trincerandosi dietro il principio costituzionale di presunzione di innocenza sino sentenza definitiva. Chi è politicamente impegnato deve essere al di sopra di ogni sospetto e nel dubbio deve fare fare un passo indietro per affermare credibilità e autonomia al ruolo politico.

La difesa ad oltranza degli indagati è legittima da parte loro, molto meno lo è invece la difesa politica d'ufficio. Se la politica è interesse pubblico il primo a tirarsi indietro non può che essere Augusto Rollandin, ogni suo diverso atteggiamento, ogni sua forzatura per ritornare a fare il Presidente della Regione suona come l'anteposizione di un disegno personale a quello pubblico generale.

La legislatura è appena iniziata, il governo regionale è ancora da definire; la maggioranza politica ha il compito di governare, ma ha anche il dovere di non esporre in un momento di grave crisi economica la Regione Valle d'Aosta al rischio di instabilità, costruendo un disegno politico-amministrativo su di un terreno minato da un'inchiesta giudiziaria che vede un pericoloso intreccio tra politica, affari e criminalità organizzata.

Se un Ministro del Governo Letta si è dimesso per alcune dimenticanze fiscali, non è assolutamente sostenibile che la prossima Giunta regionale sia guidata da chi si è “dimenticato” - volendo credere alla tesi difensiva – di leggere quanto firmava.


venerdì 21 giugno 2013

PERSEGUITATO O "PERSEVERATORE"? Rollandin inciampa nuovamente negli appalti

Rollandin un prode erede dei Salassi perseguitato dalla bieca giustizia italica? O piuttosto un intraprendente discendente della stirpe veneta, come suggerisce il suffisso del suo cognome valdostanizzato da qualche generazione, miracolato dall'inefficienza del sistema giudiziario italo-borbonico?
La sua carriera politica di Presidente della Regione - dal gennaio 1984 al giugno 1990 e poi dal 2008 al 2013 - è costellata da inchieste giudiziarie che l'hanno visto ripetutamente imputato. Nel 1993 inciampò nel suo primo incidente di percorso, che gli costò un paio di mesi di carcerazione preventiva per poi sfociare nel '94 in una condanna definitiva in Cassazione a 16 mesi con interdizione dai pubblici uffici per abuso d'ufficio per favoreggiamento in una vicenda di appalti.
Poi è la volta dell'Affaire Trasporti: 9 miliardi e 247 milioni di erogazioni di contributi illeciti alle società di trasporto pubblico, secondo l'accusa. Il processo penale per Rollandin viene bloccato dalla prescrizione, mentre, invece, la magistratura contabile della Corte dei Conti nel novembre 2007 lo condanna a restituire alla Regione Valle d'Aosta 480 mila euro. La somma è pagata con un'anticipazione dei fondi previdenziali regionali accantonati dallo stesso Rollandin, nei mandati precedenti.
Più fortunata, invece, la vicenda processuale del voto di scambio nella quale Rollandin esce assolto; in sentenza si legge che i soldi consegnati alla "postina" Rosina Rosset erano in realtà rimborsi per spese elettorali. Il relativo filmato acquisito all'inchiesta - secondo i giudici - rafforza questa proprio conclusione; infatti l'aria circospetta con cui la donna consegna a un lontano discendente dei Salassi, tale Domenico Cosentino, il bustone è spiegato con la necessaria riservatezza - privacy - delle attività elettorali.
Nonostante questi incidenti di percorso Rollandin ottiene la riabilitazione con conseguente estinzione del reato e delle pene accessorie comminategli nel 1994.
Ora la storia si ripete e proprio nel momento in cui Rollandin sta per formare la Giunta della legislatura appena iniziata gli è notificato un avviso di garanzia con l'accusa di abuso d'ufficio nell'ambito dei lavori di ampliamento dell'ospedale regionale per il contratto da lui sottoscritto nelle sue funzioni di Presidente svolte nella scorsa legislatura. La primissima reazione difensiva è stata di scaricare le colpe sui funzionari, disattenti -  la sua d'altronde è solo una firma! -poi, al fine forse di evitare pericolose e controproducenti reazioni, ha corretto il tiro, precisando è la stampante che ha saltato pezzi di testo.(?)
Ma la Procura sostiene l'accusa forte delle intercettazioni acquisite e della prova regina di un contratto sottoscritto dal Presidente Rollandin in un testo differente - per omissioni e integrazioni - da quello approvato dalla Giunta regionale e a lui demandato per la mera formalizzazione.
Dicono i cinesi - ben conosciuti da Rollandin nelle sue vesti trascorse di Presidente di CVA, ma questa è un'altra storia ancora tutta da scrivere - "la medesima acqua può sostenere o affondare la nave"; chissà, la Cina è lontana, ma poi non così tanto!

sabato 8 giugno 2013

AAA CERCASI CENTRODESTRA

Sul fronte del centrodestra il recente risultato delle elezioni regionali è stato chiarissimo: l'elettore liberale è in primis "un non unionista". 
E' così che si spiega l'azzeramento del PdL valdostano passato da quattro consiglieri a zero. La politica di primo maggiordomo dell'area autonomista servita dal PdL in questi ultimi tre anni non è stata apprezzata dagli elettori di centrodestra. La follia della classe dirigente pidiellina valdostana di  pretendere di essere forza di governo senza in realtà governare alcunché e rinnegando la propria identità politica, pur di stare formalmente nella maggioranza autonomista, è stata bocciata dall'elettorato. Non è bastato spendere il nome di "Berlusconi Presidente" sul simbolo elettorale per rimanere a Palazzo regionale; il riferimento alla funzione presidenziale - del tutto fuori luogo e decontestualizzato - evidenziava il disperato tentativo di far prevalere il richiamo al leader, per far dimenticare l'inconsistenza degli ultimi anni di non politica in Valle d'Aosta. Ma l'assenza del PdL alle elezioni politiche tenutesi tre mesi fa, a febbraio, e l'invito a votare i candidati autonomisti, l'uno targato U.V. e l'altro S.A., era un ricordo difficile da dimenticare anche per gli elettori più smemorati. Altrettanto difficile da dimenticare i complimenti telefonici - quanto mai inopportuni - fatti da un un distratto Berlusconi alla disastrosa classe dirigente pidiellina regionale.
Così gli elettori di  centrodestra si sono dispersi tra l'opposizione del momento -M5S- la nascente proposta di area rappresentata da LeALI, il non voto e il voto nullo.
La scomparsa del PdL è dunque cosa ben diversa dalla scomparsa degli elettori - arrabbiati e demotivati - di centrodestra, i quali non sono spariti, ma  attendono di capire chi possa dare loro voce e coerente rappresentanza per arginare e ridimensionare l'ormai vacillante sistema clientelare unionista.
Le risposte non verranno sicuramente dalla "badogliana" classe dirigente del defunto PdL, la quale tra abbandoni - il coordinatore, ormai ex,  Alberto Zucchi - fughe in altri improbabili lidi - l'ex Capogruppo Massimo Lattanzi - e inconsistenti terze fila, sembra aver esaurito ogni residua risorsa.  
LeALI ha tutte le carte in regola per riaggregare su presupposti coerenti l'intera area politica del centrodestra valdostano. I valori liberali sono alternativi all'attuale gestione delle risorse pubbliche regionali e agli attuali metodi di amministrazione clientelare. LeALI si propone di rimettere l'Amministrazione pubblica al servizio del cittadino e dei suoi interessi, riportando l'azione pubblica ai principi del buongoverno, del merito, delle competenze, del contenimento degli interventi pubblici agli ambiti istituzionali. 
LeALI vuol essere un progetto politico aperto a tutti i cittadini con un comune sentire liberale, stanchi di soggiacere all'arroganza di un potere pubblico fine a se stesso, costruito con i soldi di tutti - riparto fiscale -  ma a vantaggio di pochi. L'impegno politico deve ritrovare una dimensione etica, che possa esprimere sulla scena politica persone già realizzate nella loro sfera personale, le quali mettano al servizio del bene pubblico le loro conoscenze e le loro esperienze. L'era della politica di mestiere, erede del concetto monarco-dinastico, è ormai al tramonto e va evitato il rischio che la politica continui a rimanere appannaggio di cerchie ristrette di persone  - tecnocrati spregiudicati - sul pretesto di un'emergenza in realtà a loro funzionale.

martedì 28 maggio 2013

CONSIDERAZIONI POST ELETTORALI


Ci aspettavamo sicuramente di più in termini di risultato elettorale, ma in 55 giorni - tanti ne sono passati dalla nascita di LeALI al voto - forse non era materialmente possibile. 

Farsi conoscere e spiegare le nostre motivazioni comporta tempo. L'informazione, poi non ci ha agevolato: tribune elettorali RAI messe in onda alle ore 10 del mattino e ridotti spazi giornalistici.

A fronte di un tale "gap" il consenso raccolto merita massima considerazione. 
Nascendo ora, ogni voto raccolto è un successo ed è soprattutto un voto di convinta adesione. Non dunque un risultato modesto ma il primo passo con cui avviare il cammino per rifondare un nuovo centrodestra valdostano. La liquefazione - da quattro consiglieri a zero - del PdL, che negli ultimi anni è stato il primo maggiordomo dell'U.V., conferma che è necessario un nuovo soggetto per ridare rappresentanza e credibilità all'area liberale.
LeALI continua il cammino intrapreso, preparandosi a diventare l'unico e, comunque, principale punto di riferimento del centrodestra in Valle d'Aosta. L'obiettivo sono le elezioni comunali del 2015, ove sicuramente sapremo dimostrare di aver saputo riaggregare il consenso dell'area liberale, senza attendere inutili intermediazioni romane. 

venerdì 24 maggio 2013

LA VERA STORIA DEI BUONI BENZINA NEGATI


Tutti ricordano i “buoni benzina”, con cui il carburante si pagava poco più della metà; ma pochi sanno i veri motivi per cui sono stati tolti .

La loro eliminazione è frutto di una distrazione dello Stato italiano e del compiacente disinteresse della Regione Valle d'Aosta o meglio delle forze autonomiste che la governano – UV, SA e Fed – e dei parlamentari valdostani.
L'esenzione fiscale sui carburanti e su alcuni generi alimentari era stata introdotta, dalla legge 623 del 1949 quale misura compensativa “in attesa che sia attuato il regime di zona franca previsto per l'intero territorio della Valle d'Aosta”.
Alla vigila dell'entrata in vigore del trattato di Maastricht – 1° gennaio 1993 – l'Unione Europea invitava gli stati membri ad una ricognizione dei regimi fiscali, al fine di addivenire ad una armonizzazione dei trattamenti fiscali ritenuti presupposto essenziale a consentire un'effettiva libera concorrenza nell'area europea.
La decisione comunitaria, tuttavia prevedeva un doppio binario: deroga permanente al principio dell'armonizzazione fiscale per i regimi di agevolazione antecedenti ai trattati di Roma del 1957, istitutivi della CEE; deroga temporanea per i regimi successivi.
Con la direttiva 12/1992 l'Unione Europea recepiva l'elenco delle aree comunicate dagli stati membri ove vi erano regimi di agevolazione fiscale antecedente ai Trattati di Roma del 1957, dichiarandoli permanenti. Il Governo italiano - presieduto da Giuliano Amato – inserì Livigno, Campione d'Italia e le acque italiane del lago di Lugano, ma dimenticò di inserire la Valle d’Aosta.
L’omesso inserimento in quel elenco ha fatto sì che la Valle d’Aosta venisse automaticamente inserita nelle zone a regime fiscale agevolato provvisorio, determinando così i presupposti per la revoca dei buoni benzina.
Il danno causato ai valdostani da tale distrazione politica si è trasformato, invece, per le casse regionali in un'entrata supplementare – grazie al riparto fiscale che restituisce alla Regione il 100% delle tasse, delle accise e dell'IVA riscossi in Valle d'Aosta- di oltre 30 milioni di euro, divenuti ora in conseguenza dell'aumento del prezzo dei carburanti circa 50 milioni. Soldi tolti alle tasche dei valdostani per finire nel calderone pubblico ed essere ridistribuiti con logiche spesso clientelari.
Il rimedio sarebbe a portata di mano: avviare una procedura amministrativa di “errata corrige” per riavere domani stesso il regime di esenzione fiscale sui carburanti. Ma una tale azione politica non è gradita alle forze autonomiste che dovrebbero rinunciare al maneggio diretto di circa 50 milioni di euro di proventi fiscali sui carburanti pagati dai valdostani.

martedì 21 maggio 2013

VOLTARE PAGINA: da Regione Autonoma a società autonoma


Miliardi di lire e Milioni di euro spesi negli ultimi vent'anni avrebbero potuto fare della Valle d'Aosta una regione di eccellenza e di benessere diffuso. Oggi, invece, assistiamo ad una crisi senza precedenti.

All'interesse pubblico è stato privilegiato quello della “casta di governo”, attenta a rafforzare il proprio potere clientelare dissipando ingenti risorse senza creare sviluppo reale. Grandi opere edili – rimasti vuoti contenitori - affidate a imprese di fuori Valle, che hanno sfruttato le imprese locali con i sub appalti. Disoccupazione al 8%, turismo stentato di pochi mesi all'anno (5% mercato montano nazionale), un'industria tanto sovvenzionata quanto fallimentare (Multibox, Alluver, Conner, Zincocelere,Viasystems, Balzano, Tecdis …), agricoltura a livello di autoconsumo.

La crisi economica è conseguenza del fallimento della politica.

Vogliamo cambiare il sistema di spendere i soldi pubblici, che sono poi soldi frutto delle tasse e degli acquisti (IVA) dei valdostani. Vogliamo togliere potere e risorse alla Regione per darne di più alle famiglie e alle imprese. Autonomia vuol dire far crescere l'economia, lasciando alle imprese risorse per investire e alle famiglie risorse da spendere: azzeramento IRAP, carburanti in esenzione fiscale e Punti Franchi per le imprese.

Vogliamo Legalità: fuori i condannati per reati contro la P.A. dalle Istituzioni e dalle società pubbliche; assunzioni a concorso e gare per gli appalti nelle società pubbliche; immobili pubblici e PRGC a gestione trasparente. Vogliamo che i cittadini siano al centro dell'azione pubblica con priorità rispetto agli immigrati nell'erogazione dei servizi, nell'assegnazione della casa, nell'accesso agli asili. Il lavoro non può essere strumento di condizionamento politico: basta al precariato clientelare; la prova di francese deve diventare a punteggio e non di sbarramento.

Vanno cambiate le regole e soprattutto le persone che hanno governato sino ad oggi; il cambiamento non può essere affidato alla protesta qualunquista del tanto peggio, tanto meglio; il cambiamento promesso da chi ha governato fino ad oggi o da chi ha già governato prima non è credibile!

LeALI fa ciò che dice e dice ciò che fa. LeALI oltre il voto!